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La difficoltà dei musicisti negli Stati uniti a riempire i palazzetti nei loro tour

Negli ultimi mesi, molti musicisti e band negli Stati Uniti hanno incontrato notevoli difficoltà nel riempire i palazzetti durante i loro tour, portando alcuni di loro a cancellare le date programmate. Questo fenomeno è stato causato da una serie di fattori, tra cui l’aumento dei costi dei biglietti e le condizioni imposte dalle società che organizzano gli eventi.

Uno degli esempi più recenti è quello dei Black Keys, una band rock statunitense che ha dovuto annullare il loro tour previsto per l’autunno. Il batterista Patrick Carney ha dichiarato in un post su X (precedentemente noto come Twitter), poi cancellato, che la band si era «fatta fregare» dalla società di rappresentanza Full Stop Management. Questa società avrebbe organizzato concerti in palazzetti troppo grandi e imposto prezzi dei biglietti più alti del solito, scoraggiando molti fan. Dopo l’annullamento del tour, i Black Keys hanno cambiato società di rappresentanza, passando alla Red Light Management, con l’intenzione di pianificare futuri concerti in spazi più piccoli e facilmente riempibili.

Anche altri artisti hanno incontrato difficoltà simili. Jennifer Lopez, ad esempio, ha annullato il tour collegato al suo ultimo album “This Is Me… Now” a causa delle scarse vendite dei biglietti. Il dj Porter Robinson ha riscontrato problemi simili, con molti spalti vuoti durante i suoi concerti, nonostante i suoi milioni di ascoltatori mensili su Spotify. Altri artisti come Charli XCX e Troye Sivan hanno avuto problemi di vendita di biglietti per il loro tour congiunto negli Stati Uniti.

Zach Schonfeld, giornalista di Stereogum, ha definito questa situazione come «l’estate dei tour nei palazzetti misteriosamente falliti». Schonfeld ha intervistato diversi addetti ai lavori del settore musicale per capire le cause di questi insuccessi. Jordan Kurland, manager musicale, ha spiegato che una delle ragioni principali è il modo in cui opera Live Nation Entertainment, una società accusata di monopolizzare il settore degli eventi dal vivo e di imporre prezzi dei biglietti sempre più alti attraverso il controllo di Ticketmaster.

Un’altra causa è l’eccessiva fiducia nei numeri dello streaming da parte delle società di rappresentanza musicale. Avere milioni di ascoltatori su piattaforme come Spotify non si traduce necessariamente in vendite di biglietti per i concerti. Ad esempio, Porter Robinson, nonostante i suoi numerosi ascoltatori, ha avuto difficoltà a riempire palazzetti da 10mila posti.

Eric Renner Brown, redattore di Billboard, ha osservato che l’euforia per i concerti post-pandemia è ormai svanita, portando a una diminuzione della domanda rispetto al 2022. Inoltre, i costi di organizzazione dei tour sono aumentati notevolmente, rendendo difficile per molte band e musicisti, soprattutto quelli con un seguito più piccolo, coprire le spese. Questo problema è particolarmente grave per le band americane che devono suonare in Europa e viceversa.

L’aumento dei costi dei visti per musicisti stranieri che vogliono esibirsi negli Stati Uniti ha ulteriormente complicato la situazione. Dal 2023, i costi dei visti P-3 e O-1B sono aumentati rispettivamente a 1.615 e 1.655 dollari, rendendo sempre più difficile per i musicisti emergenti esibirsi negli Stati Uniti.

Di fronte a queste sfide, le band stanno adottando diverse strategie per attirare il pubblico. I tour di reunion e i tour d’addio sono particolarmente efficaci, come dimostrato dai recenti successi dei Blink 182 e di Elton John. La nostalgia è un potente motore per riempire i palazzetti, come dimostrato dai Green Day, che hanno ottenuto ottimi riscontri basando le loro scalette sui loro album più famosi.

In conclusione, la combinazione di costi elevati, condizioni imposte dalle società di organizzazione e una domanda in calo ha reso difficile per molti musicisti e band riempire i palazzetti negli Stati Uniti. Tuttavia, strategie mirate e un’attenta pianificazione possono ancora garantire il successo dei tour.

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